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Preoccupano vendite, rincari frenano gli acquisti.

Preoccupano vendite, rincari frenano gli acquisti.

Roma, 6 ott. (Adnkronos) – In tempi di caro bollette il classico shopping della moda non decolla e anche se è presto per dichiarare un effettivo calo delle vendite tra i negozianti del settore serpeggia una forte preoccupazione. “Abbiamo collezioni bellissime acquistate tra dicembre 2021 e gennaio 2022, capi anche costosi che abbiamo comprato con aspettative ottimistiche, che la pandemia passasse, ma ora la situazione di grande difficoltà non può che preoccuparci”.

È quanto afferma all’Adnkronos Giulio Felloni, presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio, in rappresentanza di 178.127 negozi di moda, tessile, abbigliamento, calzature, pelletterie, accessori ed articoli sportivi in cui operano 293.497 addetti in Italia.

“L’aumento dei costi in generale e delle bollette fa sì che i consumatori siano prudenti. I consumi rallentano quando c’è incertezza – aggiunge – e anche se c’è una gran voglia di ritorno alla normalità e soprattutto da parte femminile di comprare qualcosa, la frenata economica sta condizionando l’appeal di acquisti di abbigliamento e accessori”.

In base a un sondaggio flash che Federmoda Italia sta svolgendo dal 30 settembre al 10 ottobre tra i commercianti emerge che “le vendite sono leggermente inferiori o stabili, ma sta di fatto che molti negozi stanno pensando di chiudere anche per l’enorme aumento dei costi”.

“Ci attendiamo segnali e progetti costruttivi dal governo, – sostiene Felloni – lavoreremo sulla filiera dal produttore al consumatore ma pensiamo di avere una interazione con le altre associazioni: Cna, Confartigianato, Confindustria, Confesercenti per fare un ragionamento insieme e cercare di risolvere il problema della moda, un problema latente per impedire che i negozi chiudano, e poi riaprano più come moda”. “Il fenomeno riguarda alcune città e certi comuni più piccoli e
poco frequentati dove non c’è lo shopping tourist. E poi – sostiene Felloni – la clientela deve capire che se uno compra un vestito online alimenta una concorrenza sleale, sul web infatti i costi non sono comparabili con quelli che abbiamo noi”.
(Arm/Adnkronos)